Un beneficio ecclesiastico a San Michele
Famiglia Dottori: proprietari dal 1935È possibile ipotizzare che tra il 1887 e il 1920 la proprietà dei terreni sia passata nelle mani di Pietro Paolo Coppari o della sua famiglia. Coppari Pietro Paolo, figlio di Antonio e di Mosca Sperandia, era nato a Cupramontana l'8/11/1874 e morto in Ancona il 14/9/1957, di professione agricoltore e proprietario terriero, aveva la cantina davanti all’ospedale in Via M. Ferranti (dove oggi c’è la sala Raul Bartoli).
L’attività vinicola del Coppari fallisce, però, nel 1931 e nel 1935 subentra Domenico Dottori che ne acquista tutta la proprietà (terreni e fabbricato). Dalla variazione catastale registrata il 23/7/1927, in cui si censisce per la prima volta il fabbricato adibito a cantina sito in Via Colonara 1, risultano i mappali di tutte le porzioni di terreno vignato, all’epoca di proprietà di Pietro Paolo Coppari e poi interamente acquistate, nel 1935, da Domenico Dottori, nonno di Corrado. |
Nel corso del 2015 è iniziata la ristrutturazione della cantina sita in contrada S. Michele, ed è stata per noi l'occasione per fare una ricerca sulla storia dell'edificio e delle vigne, come punto di partenza per una nuova fase della nostra storia.
Le prime notizie relative ai terreni dove oggi si trovano le proprietà de La Distesa risalgono al Catasto del 1471, nel quale si fa genericamente cenno alla presenza di terre vignate appartenute a tal Nocenzio dè Giovanni nei pressi della chiesa di San Michele, ma senza che si possa risalire alla esatta ubicazione di queste parcelle (come invece ci è stato possibile fare per i periodi successivi). Attestazioni successive risalgono al XVII secolo, in particolare al Catasto Vecchio del 1658, che riporta le parcelle della nostra proprietà come possedute da Marc’Antonio Torelli, che risulta proprietario in S. Michele fino al momento in cui vengono trasformate in beneficio ecclesiastico tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo. Questa fase della storia dei nostri terreni è particolarmente interessante, perché dal Catasto del 1714 risulta che queste parcelle vennero trasformate in beneficio ecclesiastico intestato a tal Francesco Giandalini (non Giandolini come registrato successivamente). Il beneficio ecclesiastico era l'istituto giuridico risalente ai tempi del feudalesimo che si riferiva alle proprietà fondiarie ed immobiliari della Chiesa concesse in usufrutto ai chierici, come compenso dei loro uffici. Francesco Giandalini (1645 – 1715) è un personaggio molto interessante, poiché di lui tratta Francesco Menicucci nel suo “Dizionario Istorico", ricordandolo come uno dei più importanti cantori con voce di basso attivi presso la cappella musicale dell’ospedale romano di S. Spirito in Saxia, presso S. Pietro. Della sua biografia ci interessa ricordare che operò a Roma in gioventù (probabilmente fino al 1676) e poi divenne maestro di cappella a Cupramontana, dove rimase fino alla morte. Menicucci lo ricorda come assai valente nella musica, al punto che nel suo testamento lascia tutte le sue proprietà come beneficio del maestro di cappella di S. Leonardo con l'indicazione che venisse scelto un musicista che debba esser’idoneo, qua nato, Suddiacono o debba approvarsi dall’Ordinario. I terreni ove oggi coltiviamo le vigne, quindi, furono per lo meno dalla fine del XVII secolo un beneficio ecclesiastico, goduto, dopo la morte di Giandalini, da tutti i musici maestri di cappella susseguitesi nella chiesa di S. Leonardo. Il beneficio di S. Michele risulta sopravvivere a tutte le fasi storiche del XIX secolo, fino e oltre l’Unità d’Italia essendo ancora riportato nel Catasto planimetrico del 1885 come unica parcella 46, totalmente vignata e senza fabbricati. Il catasto successivo, il Catasto Rustico del 1886 che era un catasto descrittivo, indica la stessa porzione di terreno ancora come beneficio ecclesiastico intitolato a Francesco Giandolini e goduto, in quel momento, dal chierico Giovanni Battista Boccetti. E arriviamo così ai primi del Novecento.. |