Le Marche
Una striscia di dolci colline adagiate tra il mare Adriatico e gli Appennini. Questo sono essenzialmente le Marche. E proprio la contemporanea presenza di un mare chiuso e poco profondo come l'Adriatico e di montagne vicine e aspre (si pensi al Monte Catria, al Monte Cucco e alla catena dei Sibillini) segnano profondamente il carattere dei vini marchigiani.
"Se penso alle Marche penso a paesaggi come questi. Colline e montagne che si stagliano rigorose, nette. Se penso alla campagna penso a questa bellezza, a questi colori, alla solida e quieta certezza che viene dalla terra, immobile, tutto intorno a me...
...Camminarci è uno spettacolo, specie in quelle giornate terse che esaltano i profili delle colline, amplificando gli spazi e disegnando i contorni di un ambiente agricolo dove ancora è tangibile il paesaggio della mezzadria marchigiana: i piccoli appezzamenti, l’alternarsi di colture diverse, le residuali zone boscose, le innumerevoli abitazioni contadine. La classica azienda multifunzionale tipica della mezzadria, spesso quasi del tutto autosufficiente, dove si coltivavano al tempo stesso seminativi, ortaggi, vigna e oliveto, dove nelle stalle un paio di bestie della razza marchigiana scaldavano gli ambienti e qualche maiale garantiva l’apporto annuale di grassi e carne a buon mercato, ha preservato in queste vallate, nonostante tutto, una biodiversità invidiabile".
"Se penso alle Marche penso a paesaggi come questi. Colline e montagne che si stagliano rigorose, nette. Se penso alla campagna penso a questa bellezza, a questi colori, alla solida e quieta certezza che viene dalla terra, immobile, tutto intorno a me...
...Camminarci è uno spettacolo, specie in quelle giornate terse che esaltano i profili delle colline, amplificando gli spazi e disegnando i contorni di un ambiente agricolo dove ancora è tangibile il paesaggio della mezzadria marchigiana: i piccoli appezzamenti, l’alternarsi di colture diverse, le residuali zone boscose, le innumerevoli abitazioni contadine. La classica azienda multifunzionale tipica della mezzadria, spesso quasi del tutto autosufficiente, dove si coltivavano al tempo stesso seminativi, ortaggi, vigna e oliveto, dove nelle stalle un paio di bestie della razza marchigiana scaldavano gli ambienti e qualche maiale garantiva l’apporto annuale di grassi e carne a buon mercato, ha preservato in queste vallate, nonostante tutto, una biodiversità invidiabile".
I Castelli di Jesi
Nell’entroterra di Ancona, a metà strada tra il mare Adriatico e gli Appennini, si scopre un susseguirsi di borghi medievali e rinascimentali dall’aspetto ancora immutato, legati tra loro da dolci colline ricoperte dai vigneti di Verdicchio.
Non si tratta di castelli come normalmente si intende, cioè grandi abitazioni fortificate che appartenevano ad una sola famiglia, ma di paesi castellati, cioè circondati e chiusi da alte mura, all’interno delle quali si rifugiavano gli abitanti ed i contadini delle campagne circostanti durante le incursioni dei pirati.
Posti a ferro di cavallo intorno alla città di Jesi, questi Castelli sono da sempre patria di elezione di una agricoltura di grande qualità che aveva - ed ha tuttora - nel grano duro, nell'olio extravergine di oliva e nel vino i suoi prodotti principali.
Non si tratta di castelli come normalmente si intende, cioè grandi abitazioni fortificate che appartenevano ad una sola famiglia, ma di paesi castellati, cioè circondati e chiusi da alte mura, all’interno delle quali si rifugiavano gli abitanti ed i contadini delle campagne circostanti durante le incursioni dei pirati.
Posti a ferro di cavallo intorno alla città di Jesi, questi Castelli sono da sempre patria di elezione di una agricoltura di grande qualità che aveva - ed ha tuttora - nel grano duro, nell'olio extravergine di oliva e nel vino i suoi prodotti principali.