Contrada San MicheleSpesso considerato come il "grand cru" del Verdicchio, San Michele rappresenta la quintessenza del vino di Cupramontana.
La tradizione vitivinicola risale quasi certamente all’opera dei monaci Camaldolesi che nei pressi dell’attuale chiesa di San Michele avevano un eremo fondato da San Romualdo nella prima decade dell’anno Mille. In tutto il territorio dei Castelli di Jesi i monaci dissodavano le selve (Terre Silvate) per creare vigneti e terreni coltivabili. Da sempre questo è stato considerato a Cupramontana un cru naturale. Si ritrova nei documenti storici e nelle narrazioni orali. Zona “da sole”, priva di ristagni di umidità, con un’ottima ventilazione ed una buona altezza sul livello del mare a garantire escursioni notevoli fra temperature diurne e notturne. Si vendemmia prima che altrove, in contrada San Michele. Ed i vini sanno di erbe aromatiche e scorze d’arancio. I terreni sono poveri e calcarei con una predominanza di argille, marne e gessi. Minore è la presenza dell’arenaria, concentrata principalmente nella parte alta del crinale. I vini di questa zona esprimono potenza, struttura e sapidità, peculiarità proprie di questo versante. Nei millesimi più caldi mostrano muscoli e pienezza gustativa mentre in annate più fredde sono in grado di sorprendere con sentori iodati e marini. |