La MuufLa Muuf, ovvero Andrea Giansanti e Michela Rosetti (http://mistificio.blogspot.com/).
"Il nostro lavoro è visitato dal casuale dal fortuito e dal folgorante. In effetti, pensiamo l’autenticità dell’ incontro quale “presa” - aleatoria - tra enti che transitano. Il riciclo non è solo recupero, è soprattutto riposizionamento nel mondo ad opera di una prassi dello ”spirito” (intendendo per spirito la capacità di proiettarsi, pro-gettarsi) ... Vi è un’ idea di progetto, oltre quello identificato dal mondo utilitaristico, che non comprende l’idea di fine (vòlto a uno scopo) ma un’idea di vita e di uso – una modalità di esistenza – ogni giorno scelta, attualizzata – senza compimento: un modo di pensarsi e pensare la propria implicazione col mondo. Il modo con cui lavoro determina il mio modo di vedere e pensare. La nostra individualità si fa attraverso una attività di ri-signatura e ri-assegnazione, una facoltà di riconoscimento, in grado di cogliere nell’oggetto la sua genealogia storica, l’impronta dell’umano, i processi ciclici della natura, le sue trasfigurazioni, le ininterrotte traslazioni tra soggettività-oggettività. Lavorare con materie grezze e dense di segni oscuri (quelli che la natura o una mano vi ha precedentemente impresso), è come avere un rapporto con un altro soggetto. Se ne ha rispetto e si considera la sua conformazione per designargli il giusto posto, la nuova funzione e forma di cui vivrà. Non perseguiamo alcuna retorica del “naturale” in sé, piuttosto quella dell’unicità e dell’irripetibilità. Il lavoro afferma il carattere irriducibile della vita e insieme la necessità e il piacere di esercitarsi con questa ingovernabilità. Abbiamo a che fare con l'estraneità degli esseri e le identità hanno luogo all'interno di un processo imprevedibile, contiuamente in corso..." |
L'incontro
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